Huellas de Vida
Sintesi dell’Incontro-testimonianza del 11/11/2018

Sintesi dell’Incontro-testimonianza del 11/11/2018

Questa è la sintesi della relazione del Presidente Mario Gavanelli tenuta l'11 novembre 2018 a Ravenna in pubblica assemblea alla presenza di soci, padrini, benefattori e sostenitori dell’Associazione onlus Impronte di Vita.

L’incontro-testimonianza ha riportato l’esperienza fatta dal 30 settembre al 15 ottobre 2018 a Villavicencio (Colombia) dalle madrine Cristina e Maria Teresa, dal padrino Flavio e dal presidente dell’Associazione Mario Gavanelli, i quali hanno incontrato i bambini adottati a distanza, le loro famiglie, nonché le responsabili e le attiviste della colombiana Fundaciòn Huellas de Vida.

Innanzitutto un sentito grazie è stato indirizzato alla Fundaciòn Huellas de Vida ed alle loro attiviste che hanno accolto, assistito, guidato ed accompagnato durante l’intero soggiorno la delegazione del Gruppo di Ravenna.

L’ampia ed articolata relazione del Presidente è stata arricchita dalle testimonianze di Cristina, di Maria Teresa e di Flavio ed integrata da una serie di filmati e di fotografie.

Di seguito si riportano alcuni passi dei punti trattati.

Abbiamo incontrato tanti bambini – più di 200 - adottati dai padrini di Ravenna, di Bologna, di Treviso, di Trieste e di Roma.

Li abbiamo incontrati nelle mense gestite da Huellas de Vida, percorrendo le carraie oppure nelle loro case (spesso baracche di legno).

Cristina ha fatto rivivere a tutti i presenti le emozioni che ha provato incontrando la sua Ingrid.

Abbiamo visitato i barrios Reliquia, 13 Mayo; durante la visita dei barrios Guaduales e Nuevo Amanecer sorti lungo il fiume Ocoa, ci siamo fermati in fondo ad una carraia che termina nella curva del fiume; abbiamo riconosciuto il luogo dove ci fermammo il 6 settembre 2007: gomme di auto semisepolte sono diventate lo sgabello per un momento di sosta per noi increduli della povertà, della miseria materiale e morale, delle fogne a cielo aperto che costeggiano e a volte attraversano le stradine, i viottoli, i sentieri. Nulla è cambiato da allora per i più poveri, per gli ultimi arrivati lungo il fiume; però oggi, appena ci si allontana dal fiume, notiamo un grande cambiamento: strade asfaltate, case in muratura, tanti negozi, andirivieni di taxi gialli e di minibus bianchi.

Percorrendo i barrios è stato dedicato molto tempo alla visita delle baracche trasformate in case in muratura grazie all'iniziativa assunta dalla Fundaciòn Huellas de Vida con l’utilizzo delle risorse derivanti dalla vendita dell’appartamento che Rita Gasparini aveva ricevuto in eredità in Italia alla morte di suo padre.

La Fundaciòn Huellas de Vida ha comprato il materiale edile (bucati, sabbia, cemento, sanitari, ecc) per un valore di 6 milioni di pesos per ogni casa per costruire i muri esterni, il tetto, l’angolo cottura, una o due camere da letto e bagno, in tutto 36 mq, in cui vivere al coperto, all'asciutto, al riparo dalle intemperie e dal gran caldo.

I lavori delle singole case sono seguiti per conto della Fundaciòn dal capomastro Gustavo che abbiamo incontrato più volte nei cantieri aperti.

Con vari filmati è stato possibile confrontare la situazione di alcune baracche viste nel novembre 2017 e la costruzione oggi ultimata o in divenire.

Sono 10 le case già costruite

e ve ne sono altre 10 in costruzione donate ai poveri.

Giovedì 11 ottobre, nel pomeriggio, nella mensa del barrio Reliquia, si sono riuniti i beneficiari di queste case alla presenza anche di Padre Didier, ex bambino adottato a distanza e diventato sacerdote, il quale ha proceduto alla benedizione dei presenti, benedizione da portare nelle rispettive case. Ad ognuno dei beneficiari è stata consegnata una grande foto di Rita Gasparini da esporre nelle loro case.

Altro argomento trattato nell’incontro ha riguardato il Centro di Accoglienza dei Padrini, finanziato con i proventi derivanti dalle firme del 5 x 1000 delle dichiarazioni dei redditi, intitolato a “Suor Rita Gasparini” come riconoscimento della sua vita dedicata ai poveri.

Particolarmente toccante la testimonianza di Cristina:

La casa del padrino è la realizzazione di un sogno: il sogno di Rita Gasparini. Rita è nel cuore delle persone della Fundaciòn, Rita è un faro, Rita è una guida che non ha mai smesso di insegnare anche ora che non è più su questa terra. La casa del padrino è uno dei tanti luoghi dove Rita è tuttora presente. Questo luogo ha una sacralità: la presenza di Rita risuona come una dolce armonia. Chi verrà a far visita a questa casa non può che entrare con rispetto e amore

Il Centro è a disposizione dei padrini, dei soci, dei benefattori che vogliono fare un’esperienza di vita in mezzo ai bambini adottati a distanza.

Il presidente ha poi comunicato che il testamento di Rita Gasparini è stato incardinato nella  notaria di Villavicencio. Infatti il 5 ottobre la notaria ha accolto la documentazione, assai voluminosa. la stessa documentazione è stata presentata alla DIAN, l’Agenzia Regionale delle Entrate di Villavicencio. Ora occorre attendere la conclusione dell’iter burocratico colombiano. Il Presidente ha affermato:

Siamo fiduciosi che i beni di Rita Gasparini in terra colombiana entrino presto in possesso della Fundaciòn Huellas de Vida e siamo certi che il ricavato dalla vendita dei beni verrà utilizzato a favore dei poveri come stabilito da Rita stessa.

COME PROCEDE IL PROCESSO DI PACE IN COLOMBIA?

Le ultime riflessioni dell’incontro sono state dedicate alla comprensione dello stato dell’applicazione dell’accordo di pace siglato due anni fa – settembre 2016 - a Cuba tra lo Stato della Colombia e le FARC.

Anche su questo argomento c’è stato il supporto della proiezione di una serie di articoli apparsi sui quotidiani nazionali colombiani El Tiempo, El Espectador.

“Purtroppo la fase applicativa degli accordi procede a rilento ed è FRAGILE”: l’ha riconosciuto anche il Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres in una dichiarazione del 5 ottobre scorso.

Le norme applicative vanno a rilento. Il Parlamento della Colombia ha approvato in minima parte le norme applicative. L’incertezza nel Paese sulle sorti dei guerriglieri e sull'applicazione degli accordi di pace hanno prodotto il ritorno di alcuni capi della guerriglia sulle montagne e nella selva.

Gli stessi ragazzi adottati a distanza ne parlano nelle lettere indirizzate ai loro padrini. Marcos Estiven, un ragazzo di 13 anni, conclude la sua lettera dicendo:

Il processo di pace qui in Colombia è un caos per la corruzione, il narcotraffico e le continue menzogne.

Leidy Esmeralda, una ragazzina di 14 anni, scrive al suo padrino:

Desidero raccontarti che nel barrio dove vivo, il 13 Mayo, ci sono molti conflitti, molta violenza; bande di delinquenti si confrontano combattendosi tra di loro per il controllo del territorio per il microtraffico di droga; sfortunatamente questa situazione fa sì che bambini, giovani e adulti siano esposti ad un rischio permanente.

“Non voglio concludere con una nota di pessimismo – ha affermato il Presidente Mario Gavanelli -ma se questa è la vita vissuta ogni giorno da coloro che aiutiamo con le adozioni a distanza, ognuno di noi deve sentirsi coinvolto e maggiormente impegnato a diffondere tra amici e parenti la richiesta di aiuto che proviene da loro”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *